Stagione 2018. Settima edizione.

Prima parte.

 

Chiaroscuri e dissonanze. Da Monteverdi a Caravaggio.

11 febbraio – 11 marzo – 8 aprile

 

La rassegna Palazzo Marino in Musica ha accompagnato la mostra “L’ultimo Caravaggio. Eredi e nuovi maestri.“, allestita alle Gallerie d’Italia – Piazza Scala, con tre concerti di musica antica, in un percorso che è partito dalla maturità del Rinascimento, carico di ricchezza espressiva, fino al primo Barocco, con le sue rinnovate forme compositive che indagano nel profondo dell’animo umano.

Ad aprire la stagione sono state tre giovani artiste, che hanno presentato un programma di arie e madrigali a voce sola, fra cui alcune pagine musicali scritte dalle compositrici Barbara Strozzi e Francesca Caccini. Un concerto al femminile, nel quale il canto (Francesca Cassinari, soprano), accompagnato da arpa doppia (Flora Papadopoulos) e viola da gamba (Noelia Reverte Reche), ha inscenato un testo poetico che si è dipanato un’affettuosa espressività, unita quei contrasti e chiaroscuri sonori, che si ritrovano nelle tele di Caravaggio.

Agli albori del Barocco la musica vocale si intreccia in modo speciale con la storia del liuto, strumento mediterraneo che, per la sua duttilità e dolcezza, ha conquistato le corti dell’intera Europa rinascimentale, come testimoniano anche i celebri dipinti di Caravaggio e di altri pittori del Seicento. Il Quartetto di Liuti da Milano ha offerto l’occasione per ascoltare una rara formazione musicale che ha ricreato gli ambienti sonori degli antichi palazzi nobiliari, proponendo sia pagine strumentali, tratte dal repertorio delle danze, sia brani vocali in forma strumentale (madrigali e canzonette).

Ad accompagnare l’ultimo giorno della mostra alle Gallerie d’Italia  è stato un eccezionale quintetto vocale proveniente dalla prestigiosa Schola Cantorum Basiliensis di Basilea con un concerto dedicato alla più alta espressione della musica vocale rinascimentale e del primo Seicento: il madrigale. L’ensemble Domus Artis, composto da musicisti provenienti da differenti paesi (Argentina, Brasile e Ungheria), ha eseguito, insieme ad alcuni capolavori del compositore cremonese, brani di Cipriano de Rore, Giaches de Wert, Sigismondo d’India e Luca Marenzio.

I tre appuntamenti musicali, accostando idealmente i due grandi protagonisti del Seicento Italiano, Claudio Monteverdi e Michelangelo Merisi, hanno dialogato con le opere d’arte esposte nella sede museale di Intesa Sanpaolo, offrendo al pubblico l’occasione per spaziare fra i diversi linguaggi dell’espressione artistica e approfondire, in musica come in pittura, un periodo fondamentale della storia dell’arte italiana. 

 

 

 

 

Domenica 11 febbraio 2018

Il canto delle gentildonne

Il Caleidoscopio Ensemble

Il Caleidoscopio Ensemble, in collaborazione con il soprano Francesca Cassinari, ha accompagnato il pubblico in un affascinante viaggio nella musica del primo Seicento italiano, che vede emergere, in musica come in pittura, grandi ingegni e arditi sperimentatori di nuovi stili. La forma  prediletta è il canto monodico, dove spicca in primo piano la melodia della voce sola, che inscena il testo poetico in maniera immediata, chiaramente intelligibile. Il basso continuo, in questo caso realizzato dalla viola da gamba e l’arpa, è un sostegno al divagare del canto.

Francesca Cassinari, voce

Flora Papadopoulos, arpa doppia

Noelia Reverte Reche, viola da gamba

 

Alberto Panzani

 

 

Alberto Panzani

 

 

 

Domenica 11 marzo 2018

Suonatori di liuto

Quartetto di Liuti da Milano

Il liuto, importato in Europa, attraverso la Spagna, dagli arabi (di qui il nome dall’arabo al’ud), ha una letteratura musicale molto ampia, soprattutto italiana (Francesco da Milano) e inglese (John Dowland). Le sue sonorità raccolte si adattavano perfettamente agli spazi esecutivi: stanze e sale elegantemente affrescate delle corti e dei palazzi della nobiltà, dove si tenevano concerti nei quali spesso si esibivano suonatori e suonatrici, non di rado anche autori e autrici delle musiche. Tra queste ultime sono da ricordare Francesca Strozzi, Giulia Caccini, Maddalena Casulana, che nella dedica a Isabella d’Este del primo libro di madrigali (1568) denuncia «il vanitoso errore degli uomini di possedere essi soli doti intellettuali».

Emilio Bezzi, liuto e arciliuto

Renato Cadel, liuto e canto

Elisa La Marca, liuto e tiorba

Giulia La Marca, liuto e chitarra barocca

 

 

 

Domenica 8 aprile 2018

Vattene pur, crudel! Dramma e amore nel madrigale italiano.

Domus Artis

Nei decenni di passaggio dal XVI al XVII secolo la musica in Italia trova la sua espressione più alta nel madrigale drammatico, la forma vocale più colta del tempo nella quale, scrive Monteverdi, “l’oratione sia padrona dell’armonia e non serva”; ovvero, la musica sia al servizio della parola “descrivendone” la portata drammatica (come note nere per la morte o la notte, note bianche per il sorgere del sole). Era questa una concezione teatrale della musica non dissimile da quella della pittura di Caravaggio: se in questa è il colore a marcare i contrasti, in quella è il ricorso ad armonie aspre o, come vuole il codice musicale, dissonanti.

Florencia Menconi, mezzosoprano

Dániel Mentes, controtenore

Jonatan Alvarado, tenore & liuto

Breno Quinderé, baritono e direzione

Guglielmo Buonsanti, basso